Skip to main content

Cosa faccio

Il cuore,  il succo del discorso, è che si tratta sempre di un processo di conoscenza che ha come soggetto l’individuo portatore di una sofferenza: lui può capire cosa lo fa star male, sa quanto questo sia invalidante e soprattutto porta con sé le chiavi per passare allo stadio successivo. A me il compito di accompagnare e sostenere questa sua ricerca.

Di fronte ad un percorso di ricerca e in base alla domanda del mio interlocutore posso quindi proporre:

Consulenza psicologica

La consulenza psicologica si basa sul concetto di dubbio e si costruisce sul principio di messa in ordine.

“Hai il sentore che le cose non girino come dovrebbero nella tua vita o nella vita di una persona a te cara oppure qualcuno ti ha portato a pensarlo (un amico, un parente, un insegnante o un medico di fiducia). Provi a sottoporre le tue riflessioni a molti, ma l’intensità delle tue preoccupazioni rimane alta. Immagini di poter chiedere aiuto ad un professionista, ma pensi che ciò potrebbe peggiorare le cose. Speri che il tempo possa portare i suoi proverbiali giovamenti e pensi che “in un modo o nell’altro passerà”.

“Forse è arrivato il momento di cogliere l’occasione che ti sta offrendo la tua sensibilità e di vedere da vicino cosa ti preoccupa in un percorso che ti richiede energie determinate”.

Spesso sono sufficienti pochi incontri per farsi il quadro della situazione e per capire le differenti strade per percorrerlo, qualche volta no.

Sostegno psicologico

Ci sono dei periodi più pesanti di altri. Le ragioni possono essere in alcuni casi contingenti (crisi coniugali, lutti, perdita del lavoro, cambio casa, nascita di un fratellino) e in altri più strutturali, che chiamano in causa l’atteggiamento che si matura nel corso della vita.

Hai una sfida di fronte e hai la possibilità di rendere la tua vita più aderente a quella che io considero una chiamata”.

Qualche volta è sufficiente un cambiamento preciso o la presa in carico di una decisione importante. Altre volte invece è necessario un interlocutore, uno spazio e un tempo dedicato e un atteggiamento di ricerca.   In questo caso sono chiari ad entrambi gli obiettivi che si intende perseguire ed è possibile misurare nel tempo l’andamento dell’intervento.

Psicoterapia

Io propongo un percorso di psicoterapia quando comprendo che non è solo un problema di atteggiamento o quando compare un sintomo quale unico ambasciatore della sofferenza o del conflitto interiore. Si capisce fin da subito che siamo nel campo del sentire e si sentono (appunto!) intensità emotive spropositate rispetto agli eventi che si descrivono. È come se in seduta ci fosse un intruso o molti. Pensieri, emozioni, contenuti inconsci che determinano le scelte e le azioni dell’individuo senza che questi ne sia consapevole.

Quindi che cos’è la psicoterapia? La psicoterapia è soprattutto un incontro tra due persone complesse, che avviene una o più volte a settimana, alla stessa ora e nello stesso luogo e che ha per oggetto, l’esperienza soggettiva del paziente in tutti i suoi aspetti. Da questi incontri, in un ritmo ben preciso e sotto la supervisione del terapeuta, che partecipa alla relazione, ma al tempo stesso la guarda da fuori con gli strumenti che ha maturato, si avvia una relazione di cura.

È innanzitutto un lavoro energetico nel senso che prova a rendere disponibili energie disperse in progetti obsoleti e difensivi. Energie che quindi possono essere impiegate per promuovere un personale processo creativo. Non è possibile stabilire a priori la tempistica di un intervento ma il paziente è parte attiva di un lavoro che si fa in due.

Intervento con i minori

Qualche parola in più per far comprendere cosa faccio con l’età evolutiva perché quanto scritto finora trova una condizione particolare quando il soggetto portatore della sofferenza è un bambino. Sono cose che riprenderò nella descrizione del progetto “una psicologa di famiglia”. Innanzitutto stiamo parlando di una psiche in formazione, una formazione appunto che ha adulti (i genitori, ma non solo) che nel “qui ed ora” concorrono a questo miracolo con una funzione attiva. Inoltre nella mia esperienza mi è capitato di incontrare un disagio infantile che era la fotografia di una condizione di squilibrio famigliare, tant’è che in questo caso si può parlare di bambini in qualità di “ambasciatori recanti pena” le cui radici vanno però affrontate altrove. Questo per me significa che il mio primo obiettivo è sempre quello di verificare quanto gli adulti che si occupano del minore possano comprendere e prendersi carico della comunicazione che è insita nella sofferenza. Questo perché qualche volta si tratta di un messaggio destinato a loro e perché loro possono rispondere meglio di chiunque altro. Infine perché comprendere questo tipo di comunicazioni è parte costitutiva della funzione genitoriale. Questo fa sì che concretamente quando il problema riguarda un minore, prima di un’eventuale presa in carico dello stesso propongo una consulenza alla coppia genitoriale per chiarirmi/ci le idee sulla problematica in essere e su come meglio accompagnare i passi successivi.

Intervento con la coppia

Anche in questo caso mi preme semplicemente precisare il fatto che il soggetto dell’intervento   è qualcosa di diverso dai singoli individui e nello stesso tempo li comprende, ossia una relazione. Una relazione che ha una storia e uno sviluppo che sono entrambi a determinare e che nel percorso che propongo diventa il principale soggetto di conoscenza e di trasformazione. E’ un lavoro diverso da quello individuale, che chiama in causa dinamiche e movimenti differenti. Bisogna che ci sia o che maturi una indicazione precisa per optare questo tipo di intervento.

Collaborazioni

Nel mio lavoro sono solita collaborare con altre figure professionali (psichiatri, neuropsichiatri, educatori, insegnanti ecc.) e con le istituzioni che si occupano a titolo differente della presa in carico dell’individuo (scuola, comunità di recupero, servizi territoriali ecc.).

Il gioco: un modo per raccontare e vivere una storia

Il disegno: un modo per esprimere e confrontarsi con la complessità del mondo

La storia: un modo per rappresentare e incontrare se stessi e la realtà di ieri e di oggi

Contattami per un appuntamento